Cari lettori,

benvenuti nel mensile di maggio della Gazzetta di Casal Palocco. Grazie al grande aiuto di tutti i collaboratori, che ringrazio come sempre per il grande contributo, questo numero si presenta come uno dei più ricchi della nuova gestione. Ci tengo, prima che sfogliate il resto della Gazzetta, a ricordare uno degli anniversari che ricorrono questo mese e che mi sta molto a cuore. Il 23 maggio 1992 il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta (Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro) persero la vita nella Strage di Capaci. Molti di voi ricorderanno bene dove si trovavano e cosa stessero facendo in quel caldo pomeriggio che cominciava a profumare d’estate; sono memorie indelebili che nessuno può cancellare. Io non c’ero, per cui negli anni dei miei studi e della mia formazione professionale ho tentato con ogni mezzo di raccogliere informazioni su Falcone, sui suoi colleghi e sul fenomeno mafia. Queste personalità (fortunatamente Falcone all’epoca aveva una discreta compagnia) sono sempre più rare nel nostro Paese. Hanno dedicato la loro vita alla lotta contro un fenomeno che si stava radicando in Italia e che, a dispetto di quel che si possa pensare, è forse ancor più presente oggi. Hanno guardato in faccia le proprie paure e le hanno affrontate con un ghigno, sognando un posto più giusto, più pulito, più sano. Non si sono voltati dall’altra parte. Non hanno mollato quando il loro destino è apparso segnato. Nell’onorare le loro gesta e il loro coraggio attraverso questo poche parole, invito voi lettori a ricordare un pezzo d’Italia che non esiste più, così come sottolineo l’importanza di studiare questa storia ai miei coetanei e tutti gli altri ragazzi, perché il Paese in cui oggi viviamo è in parte il frutto di un passato che ha visto spargimenti di sangue e ingiustizie gravi. Cercate di appassionarvi alle loro storie, scovatene i dettagli, capitene le matrici.

In questo mensile, oltre ai consueti aggiornamenti dalle discipline della Polisportiva, troverete anche un’intervista esclusiva che Pablo D’Ambrosi, regista del film Food for Profit uscito il mese scorso e che fa luce sul tema degli allevamenti intensivi in Europa, ha rilasciato alla Gazzetta di Casal Palocco. Non ripeterò qui ciò che leggerete più avanti, ma vi invito a riflettere attentamente sulla questione che merita senz’altro un serio approfondimento.

Buona lettura!

Pietro Corso